La “patente verde” per l’edilizia sarà attiva dal 2019: Anit esprime la sua delusione

Canapa economia e politica //

casaL’occasione, se così la vogliamo chiamare, è stata la procedura d’infrazione avviata nel settembre 2012 dalla Commissione Ue per il mancato recepimento della direttiva 2010/31/Ue sulla prestazione energetica in edilizia. Il risultato è un decreto legge (il 63/2013) varato dal Governo che prevede edifici a «energia quasi zero» dal 2019 e obbligo di patente «green» da allegare ai contratti di vendita o locazione. E sanzioni per chi non rispetterà le nuove regole su rilascio e pubblicazione dei documenti.

Oltre al recepimento della direttiva 2010/31/UE sul rendimento energetico degli edifici, il decreto proroga le detrazioni fiscali del 65% (invece che del 55%) per la riqualificazione energetica e del 50% sulle ristrutturazioni, estendendo quest’ultima all’acquisto di mobili. Occorrerà aspettare la conversione in legge del DL, che il Parlamento completerà entro il 4 agosto 2013, sperando che il nuovo testo di legge contenga indicazioni più precise su come usufruire della detrazione. Istruzioni sul bonus potrebbero arrivare anche dall’Agenzia delle Entrate, che in questi casi chiarisce i dubbi dei contribuenti.

Intanto l’Anit (l’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico) esprime la sua delusione nei confronti del decreto su cui aveva lavorato per aiutare il ministero dello sviluppo economico nel recepimento della direttiva europea.

“L’ipotesi era una guida, un testo unico, che comprendesse tutti gli aspetti legati all’efficienza energetica: un decreto che non avesse rimandi o dovesse attendere ulteriori documenti legislativi per la sua applicazione – si legge nel comunicato dell’associazione –  il dl 63/2013, invece, necessita di decreti attuativi che definiranno prescrizioni, limiti e metodi di applicazione. Il decreto del Presidente della Repubblica 59/2009, quindi, è ancora in vigore e tutti gli aspetti applicativi e pratici attualmente non cambiano.
 Viste le definizioni nuove e i nuovi ambiti di intervento, Anit si auspica che i decreti attuativi escano in tempi brevi e siano il più possibile completi, senza rimandi ad altri testi o norme tecniche specifiche.
 Spera, inoltre, che i nuovi documenti legislativi trovino d’accordo le regioni e la conferenza unificata, in modo che i professionisti non debbano muoversi su più regolamenti regionali autonomi, a volte molto diversi tra loro”.

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