Dall’incubo diossina alla semina della canapa: la rinascita di una masseria di Taranto

Canapa e fitorisanamento Canapicoltura //

Vincenzo FornaroUna masseria che sorge vicino all’Ilva, dopo essere diventata vittima dell’inquinamento che affligge il territorio in provincia di Taranto, potrebbe diventare il simbolo della rinascita della zona grazie alla canapa.

Tutto ha inizio nel 2008 quando nella Masseria del Carmine, così come in altre aziende agricole che operano nei dintorni del centro siderurgico più grande d’Europa, vennero abbattuti 600 ovini, tra pecore e capre, risultati contaminati da diossina e Pcb. Per Vincenzo Fornaro (nella foto)e molti altri allevatori della zona fu un colpo durissimo, tanto che nei giorni seguenti spiegò che oltre ai suoi animali e alla sua terra, “l’acciaieria mi ha inquinato anche l’anima”.

La buona notizia è che sabato 5 aprile la masseria tornerà a vivere, grazie alla semina della canapa. Nel raggio di 20 chilometri è infatti tutt’ora in vigore il divieto di pascolo. Ed è proprio qui che entrano in gioco le capacità di fitorimediazione della pianta di canapa che si incrociano con le necessità del territorio, tarantino e non solo, e con l’azione di CanaPuglia, associazione pugliese protagonista di un risveglio culturale a 360 gradi per quello che riguarda questa incredibile pianta.

canapaIl progetto C.A.N.A.P.A. mira, nel periodo di pochi anni, a circondare il polo siderurgico con una green belt (cintura verde) di canapa. L’idea è di coinvolgere le diverse aziende agricole vicine, i cui terreni sono nelle immediate vicinanze dell’Ilva, per avviare la fitodepurazione, tecnica e meccanismo naturale grazie al quale diverse piante (Canapa, Cotone, Lino, etc.) contribuiscono alla bonifica di siti contaminati, producendo nel contempo materia prima utile nel settore non alimentare (edilizia, energia, biocompositi, etc.) La canapa che crescerà su questi territori, prima di essere utilizzata, sarà analizzata in ogni sua parte come lo stesso suolo. È proprio questo il fulcro del progetto: verificare quali inquinanti sequestra la pianta, in che quantità e in quale parte.

Come racconta Inchiostroverde.it, Vincenzo Fornaro ha spiegato che: “La canapa ha diversi usi: tessile, alimentare, farmaceutico. Noi siamo orientati verso la produzione tessile”. L’appuntamento è per il 5 aprile alle 10 e tutti i cittadini sono invitati ad assistere all’evento. Il riscatto di una terra inquinata parte da qui, con la canapa protagonista di un cambiamento concreto e possibile.

Redazione Canapaindustriale.it

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