Biocomposto in calce e canapa: caratteristiche tecniche di sostenibilità

Canapa in edilizia //
Gianpiero Amodio con l'architetto Andrea Ziccardi

Gianpiero Amodio con l’architetto di Pedone Working Andrea Ziccardi

Gianpiero Amodio ha conosciuto la canapa in edilizia quasi per caso quando frequentava il Politecnico di Bari come studente di Ingegneria edile. Successe infatti che Gianpaolo Grassi, primo ricercatore del CRA-CIN di Rovigo, si recò nell’istituto per una lezione sulle possibilità del composto di canapa e calce in bioedilizia. “Sapevo che la canapa era ottimo come materiale isolante”, ci ha spiegato, “ma non pensavo che potesse essere così versatile e utile in molti aspetti dell’edilizia, con caratteristiche tecniche migliori dei materiali tradizionali e con incredibili vantaggi dal punto di vista dell’ambiente e della sostenibilità”.

Così ha continuato gli studi in quella direzione e oggi, dopo la laurea triennale, sta frequentando la specialistica nello stesso istituto. La sua tesi (QUI la tesi integrale) si è focalizzata proprio sul biocomposito in calce e canapa e sulle sue caratteristiche tecniche e di sostenibilità. Il lavoro si apre con un introduzione su cosa sia la canapa, sui suoi mille utilizzi con una panoramica della tradizione della canapicoltura italiana e le ragioni che l’hanno piano piano portata al declino. Il terzo capito parla del biocomposito in calce e canapa usato in edilizia, con relativa miscelazione e lavorazione, un’analisi approfondita di tutte le sue proprietà e, infine, vari confronti tra costruzioni in calce e canapa e materiali tradizionali.

“Le persone che vivono in case costruite in canapa e calce – spiega all’inizio del capitolo – riportano alti livelli di comfort (ad esempio, temperature uniformi nelle varie stanze e livelli di umidità gradevoli). Il composto in calce–canapa rientra tra le diverse tecniche ecocompatibili più importanti e promettenti, ed è decisamente il linea con i tre pilastri dello sviluppo sostenibile.
Ambientale: la miscela di calce e canapa è in grado di ridurre le emissioni di diossido di carbonio grazie alle sue proprietà di isolamento termico e di sequestro di CO2 nella struttura degli edifici. Rende inoltre superfluo l’utilizzo di diversi materiali sintetici, aiutando così a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e, data la riciclabilità della calce e la biodegradabilità della canapa, risulta essere un materiale che non crea problemi di smaltimento: il biocomposito è riciclabile in quanto, se sgretolato e rimpastato in betoniera con nuova calce ed acqua, può essere utilizzato per murature, sottofondi, e vespai; ed è biodegradabile in quanto composto da legno e calcare.
Economico: il biocomposito è sostenibile perché è un materiale prodotto a livello locale; è inoltre è in grado di collegare direttamente industria e agricoltura. Riduce la dipendenza da materiali di costruzione sintetici, e la crescita dell’occupazione rappresenta una diretta conseguenza del suo utilizzo.
Sociale: il biocomposito ha notevoli risvolti benefici. Poiché il settore agricolo è in declino nella maggior parte dei paesi sviluppati, la canapa diventerebbe per gli agricoltori una coltura e una fonte di guadagno. Inoltre l‟ambiente salubre all‟interno degli edifici di canapa è un ulteriore beneficio per la comunità”.

cemento e calce CO2Poi, dopo aver esaminato gli elementi di composizione del materiale e cioè canapulo, calce e acqua, spiegandone le caratteristiche, vengono esaminati i vantaggi e gli svantaggi dell’utilizzo della calce nei confronti del cemento soffermandosi nel paragrafo successivo sulla diversa produzione di Co2 nell’estrazione e lavorazione dei materiali concludendo che: “Si evince che il paragone è a favore della calce, sia per la Co2 totale emessa in produzione, sia per la capacità della calce di sottrarre anidride carbonica all‟atmosfera dopo la messa in opera. Altro punto a favore della calce è la sua capacità di riassorbire il 50–60% della Co2 emessa durante la produzione”. Successivamente, dopo aver analizzato le varie tecniche di miscelazione della calce con la canapa e una digressione sull’innovativo sistema di posa a spruzzo che si avvale dell’utilizzo di pompe a proiezione, si passa all’applicazione dei materiali, all’asciugatura e ad un paragrafo su finiture e rivestimenti con intonaci a base sempre di calce e canapa.

Temperatura e umidità calce e canapaNella seconda parte del capitolo si passa all’analisi delle caratteristiche tecniche relative ad isolamento termico ed acustico evidenziando come grazie alle caratteristiche del materiale la temperatura e l’umidità vengano mantenute costanti. In particolare: “I muri ed i pavimenti di un edificio a base di canapa e calce possono ‘respirare’ assorbendo l‟umidità e successivamente rilasciandola attraverso l’evaporazione. Regolando, quindi, l’umidità, assorbe quella in eccesso e la rilascia quando l’aria è troppo secca, come fosse un umidificatore. Questa caratteristica evita lo sviluppo di umidità ed il relativo deterioramento all’interno del materiale, e favorisce la riduzione del livello di umidità all’interno dell’edificio. L’effetto complessivo è un ambiente più salubre e naturale, che necessità oltretutto di un minore condizionamento dell’aria”.

Poi dopo aver spiegato che “Il settore edilizio incide maggiormente sulle emissioni di Co2 (pari a circa il 56,7%) rispetto a tutti gli altri settori messi insieme”, racconta che: “Gli ambiti principali di questa incidenza sono due: l‘utilizzo dell’edificio (riscaldamento, illuminazione, aria condizionata). In questo caso la diminuzione del carbonio utilizzato è associata ai miglioramenti tecnici nell’isolamento, ai sistemi d’illuminazione, riscaldamento e raffreddamento più efficienti e ad una riduzione delle perdite a causa di ponti termici e scarsa resistenza all’aria; e la produzione, la cui diminuzione è dovuta al fatto che si immette meno energia nel processo produttivo grazie a cementi a basso contenuto di carbonio e alla sostituzione dei materiali con un’alta concentrazione di carbonio in favore di altri con un livello inferiore. Altro motivo di interesse è rappresentato dai materiali da costruzione che isolano CO2, ovvero quei materiali naturali che assorbono l‟anidride carbonica tramite la fotosintesi, trattenendola così all’interno delle proprie fibre finché l’edificio esisterà. Il campo di interesse della canapa è proprio quest’ultimo, cioè la produzione. Infatti assorbe diossido di carbonio (CO2) dall’atmosfera durante la sua crescita. Secondo Pervais (2003), 325 Kg di CO2 vengono catturati in una tonnellata di canapa secca. Lime 71 Technology (2006) afferma che vengono sequestrati 110 Kg di CO2/mc nell’edificio quando il biocomposito viene spruzzato, che diventano 165 Kg di CO2/mc quando viene gettato e pressato all’interno dei pannelli temporanei di contenimento. Le stime citate già tengono conto della CO2 emessa durante la preparazione della calce”.

Poi si passa all’analisi della resistenza alle fiamme, della protezione dalle infestazioni di muffe e batteri e ad un altro dei punti forti di questo materiale: il fatto che sia totalmente biodegradabile e riutilizzabile: “Una volta frantumato – scrive – basta rimpastarlo con acqua e calce”.

Non solo. Perché la Puglia si è dimostrata molto rapida nel recepire questo metodo costruttivo tanto che lo studio di architettura Pedone Working sta realizzando a Bisceglie il progetto Case di Luce, il più grande complesso abitativo in canapa e calce di tutta Europa – da poco selezionato come finalista nella sezione Innovative Architecture al The Plan Award 2015 – ed ha avuto modo di collaborare con il gruppo. Grazie all’affiancamento dello staff di Pedone Working Gianpiero ha potuto realizzare all’interno della tesi il Protocollo Itaca relativo alla casa Hi-Low, altro progetto dello studio di architettura in collaborazione con Equilibrium che mira a creare dei prefabbricati in canapa e calce molto meno impattanti dal punto di vista ambientale, con tutto il comfort che la canapa unita alla calce sa dare dal punto di vista abitativo e competitivi dal punto di vista del prezzo.

Il Protocollo Itaca è un sistema di valutazione della sostenibilità energetica e ambientale degli edifici in materia di Bioedilizia con lo scopo di formulare una serie di regole condivise a livello nazionale per la definizione di progetti con caratteristiche di bioedilizia. Nella tesi il dottor Amodio racconta che: “La maggior parte delle Regioni e delle Province autonome italiane ha aderito al Protocollo ITACA, ed ancora varie regioni lo hanno scelto come strumento di riferimento per promuovere la sostenibilità ed erogare incentivi economici a chi costruisce in bioedilizia. Il sistema è finalizzato alla valutazione di sostenibilità a cura di esperti abilitati. La Puglia ha elaborato il proprio protocollo per edifici a destinazione residenziale con la deliberazione G.R. n. 2272 del 24.11.2009, ai sensi degli articoli 9 e 10 della legge regionale n. 13/2008 ‘Norme per l‟abitare sostenibile'”.

Nella conclusione del suo lavoro spiega che: “In questo periodo storico, dove si da molta importanza alla sostenibilità ed all’efficienza delle scelte costruttive, la canapa si dimostra essere un ottimo prodotto da ambo i punti di vista. I numerosi problemi ambientali non possono più essere trascurati e l’uso di prodotti ecocompatibili, come la canapa, risulta essere tra i migliori modi per il benessere comune”.

Mario Catania

 

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