Miele di canapa: la produzione nelle Marche e il progetto dello chef Giorgi

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Le api di Nicolas Trainerbees

Le api di Nicolas Trainerbees

Anche le api vanno matte per la canapa. Nonostante non si tratti di una pianta nettarifera gli insetti sembrano gradire il polline che la canapa produce, aprendo una nuova strada alla produzione di prodotti agricoli. In Francia c’è un uomo che è diventato celebre proprio per essere riuscito a far produrre alle proprie api un miele prodotto con la resina di cannabis, chiamato Cannahoney. Nicolas Trainerbees, questo il suo soprannome, amante della natura e degli animali, da anni osserva il comportamento di api ed altri insetti, riuscendo ad addomesticarle e portarle a farle ciò che lui desidera. “Ho addomesticato le api per far fare loro molte cose, come ad esempio raccogliere lo zucchero dai frutti, invece di utilizzare i fiori”, aveva ad esempio spiegato in passato, puntualizzando di aver messo a punto “una tecnica di allenamento con la quale le api raccolgono la resina e la utilizzano nell’alveare”.

Il miele di canapa dell'azienda agricola Venturini Antonio

Il miele di canapa dell’azienda agricola Venturini Antonio

Un esempio italiano è invece quello dell’azienda marchigiana Venturini Antonio di Mondavio (PU), che ha creato un miele millefiori con un piccola parte di canapa. “Questo miele”, si legge sul sito dell’azienda, “non contiene nessun tipo di prodotto chimico, la cura per le api ci porta a lasciare più della metà di miele a loro disposizione e di utilizzare prodotti naturali per la loro salute. I campi di canapa per il pascolo non hanno avuto alcun diserbante e nessun concime. Si tratta di un miele buono e naturale con il pregio e la fortuna di essere il frutto del campo di canapa”.
Ma c’è anche uno chef lucchese, Massimo Giorgi, che sta mettendo la canapa al centro di una piccola azienda agricola per avviare una produzione locale ed utilizzarla, oltre che per i piatti di sua creazione, anche per una futura produzione di miele. L’abbiamo contattato per capirne di più su questo progetto.

Come è nata l’idea di produrre miele a partire dalla canapa?
Io mi sono avvicinato alla cannabis per via di una patologia che avevo 7 anni fa, il bipolarismo, e quindi ci ho fatto un pochino di studi miei personali per affrontare momenti difficili legati a questa patologia. Mi sono quindi avvicinato a questo mondo che mi piace tantissimo ed ho iniziato a guardarmi intorno per vedere cosa succedeva in Italia, Spagna e Stati Uniti. Dopo averci ragionato ho cercato di far conoscere questa pianta a partire da ciò che so fare io, e cioè cucinare: ho fatto il cuoco di bordo per 12 anni e dopo essere tornato la canapa è stata il mio punto di partenza. Il miele di canapa voglio provare a farlo perché è una cosa abbastanza complessa e sono convinto che le proprietà di questa pianta si possano trasmettere in questo prodotto. La canapa in alimentazione è un alimento nutraceutico dalle molte capacità nutritive e quello che voglio fare è cucinare ciò che produco, come una piccola azienda agricola.

Hai seminato?

Massimo Giorgi nel suo campo di canapa

Massimo Giorgi nel suo campo di canapa

Quest’anno ho seminato una varietà di canapa da seme e voglio fare degli esperimenti anche a livello di succhi freschi ed aromi. La mia intenzione è quella di favorire la rinascita di una moderna filiera della canapa italiana a Lucca, visto che fino agli anni ’40 qui era molto coltivata, però prima di fare una cosa del genere ho pensato che fosse inutile incentivare le persone a coltivare la canapa senza sapere cosa farne dopo e quindi ho parlato con diverse autorità ed il mio progetto sarebbe quello di fare una sorta di orto sociale ripristinando il rapporto di fiducia tra chi mangia e chi cucina. Il miele fa parte della nostra cultura e dall’altra parte le api stanno rischiando di scomparire, quindi penso sia un modo di dare anche una mano alla natura.

Ma quindi come farai? Installerai le arnie nei pressi del campo?
Esatto. Il primo campo sta per fiorire mentre ne ho da poco seminato un altro che voglio diventi una sorta di giardino di canapa. L’altro giorno osservavo una pianta ermafrodita, con i fiori maschili sotto e quelli femminili sopra e l’ape si posava su entrambi, quindi ho pensato che forse basta abituarle a cibarsi in una certa maniera; non voglio forzare la natura, ma è un’idea che mi è venuta semplicemente osservando quello che succede. So che non sono né il primo né l’ultimo perché probabilmente, anche nel mondo della cannabis non c’è più niente da inventare, bisogna però fare un punto della situazione serio.

Come si svilupperà il progetto?
Io ho deciso di investire due anni dei miei soldi e del mio tempo per creare un’azienda agricola basta sulla canapa con la relativa produzione di farina, olio e miele ed altri prodotti. Ci vuole pazienza ma lo faccio con passione proprio perché mi piace e mi interessa. Non so dove mi porterà tutto questo, ma sono una persona abituata a fare le cose da solo e indipendentemente dal tempo e con umiltà voglio realizzare questo progetto. La cannabis è una pianta che ha subito una demonizzazione incredibile e oggi la cannabis alimentare è una realtà, oltre che essere un alimento ricchissimo di nutrienti, quindi sto facendo mangiare canapa anche a chi non la conosce e piace tantissimo. Deve entrare nella normalità delle persone e quindi io la propongo come un alimento al pari di tutti gli altri, credo sia questa la chiave futura, oltre al fatto che piace molto e che cucinarla è davvero divertente.

Mario Catania

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