Il lusso grezzo della canapa: il “Giacchetto” di Opera Campi con fibra premium europea

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E’ soffice al tatto e mantiene il lusso grezzo della canapa. Parliamo del tessuto 100% canapa sviluppato da un gruppo di 5 giovani ragazzi di Parma tutti sotto i 25 anni, che è stato il punto di partenza per creare dei capi che uniscono l’unicità e la ricercatezza dell’alta sartoria alla sostenibilità, puntando forte sulle performance che solo la canapa, a livello tessile, sa offrire.

Innanzitutto una giacca, il Giacchetto di Canapa, che Opera Campi, nome del brand che rimanda alla terra, all’Italia ed all’opera che a Parma ha una grande tradizione, ha declinato in un modello classico che ha il sapore dell’artigianato ed il portamento per non sfigurare sulle copertine delle riviste più cool. E poi un berretto,  una sciarpa ed un maglione, tutti in canapa al 100%, per completare il primo progetto che chiunque può sostenere direttamente sulla piattaforma Kickstarter dove i ragazzi hanno lanciato il crowdfunding. Se la cifra richiesta sarà raggiunta, partirà la prima produzione vera e propria. Intanto sono iniziati i contatti con distributori in tutto il mondo “per avere più ordini possibili e contenere i costi” per un prodotto “quasi di lusso, che noi chiamiamo lusso grezzo”, ci ha spiegato Alberto Ziveri, cofondatore del marchio.

Dopo un lungo studio e le testimonianze raccolte da alcune donne della zona che conservavano gomitoli e teli di canapa del 1700, si sono appassionati ed hanno dedicato le proprie energie al progetto che stava prendendo forma. “Volevamo puntare su questo materiale cercando di fare prodotti non imitabili e con materiali esclusivi che non si potessero replicare”

Il brand si concentra dunque sulla canapa e sulla lana di pecora corigliese che è una razza autoctona delle zone che oggi conta pochi esemplari. “Per quanto riguarda la canapa abbiamo dovuto fare molte ricerche. Il sogno iniziale era quello di produrre tutto dalla pianta al tessuto, purtroppo abbiamo scoperto che la filiera tessile italiana è praticamente scomparsa, nonostante alcuni tentativi relativamente recenti di riavviarla”.

“Noi in ogni caso abbiamo iniziato a coltivare il nostro campo”, spiega Alberto, “per iniziare a capire come funziona il processo. Abbiamo seminato Futura qui a Parma ed è andato tutto bene. L’abbiamo anche macerata come un tempo in un laghetto creato negli anni ’20 proprio per questo scopo e c’è la possibilità che venga fatta una prova con questa canapa insieme al Linificio canapificio nazionale”.

Volendo utilizzare la miglior canapa tessile in circolazione i ragazzi hanno ricevuto dal Linificio canapa di qualità francese, prima di individuare il miglior fornitore che potesse lavorarla. “Il primo tessuto ottenuto era simile a quelli che si trovano in commercio, di aspetto troppo ruvido”, puntualizza Alberto sottolineando che: “Ne abbiamo quindi fatto un altro tinto a filo che abbiamo reso più morbido con dei trattamenti meccanici che ci hanno permesso di arrivare al risultato che volevamo”. E’ la canapa nata per “sfidare i tessuti sintetici”, come sintetizza un claim della campagna.

“Crediamo di avere un prodotto innovativo fatto con un tessuto di canapa che non si è mai visto prima ed ora abbiamo bisogno del sostegno di tutti. E’ un prodotto difficile da spiegare, ma quando le persone lo toccano con mano cambiano idea all’istante”.

Mentre il futuro è rivolto a “sviluppare la canapa dai nostri campi; ci stiamo concentrando sullo sviluppo di macchinari agricoli adatti per eliminare il problema del taglio e della macerazione: se il problema è la manodopera allora va sostituita con dei macchinari, dopodiché se ne potrebbe parlare. Ci vogliono investimenti e ingegno, ma la strada credo sia quella”.

“Questo giacchetto incorpora tutti i valori e la mission del nostro brand che si impegna a recuperare la canapa. E’ una cosa che va oltre il semplice prodotto e anche se la canapa non è una soluzione per tutto, ma di sicuro è un tessuto che va coltivato di nuovo. Vogliamo contribuire a ricostruire la filiera e recuperare un lavoro che fu fermato un secolo fa”.

Canapa, ingegno e tanta fatica: “Stiamo lavorando come dei pazzi per raggiungere l’obiettivo: volevamo creare un prodotto speciale, speriamo di esserci riusciti”.

Mario Catania

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