Gli occhiali in bioplastica di canapa made in Italy

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1 / Occhiali in bioplastica di canapa da Hempatica di The Eyes Republic

The Eyes Republic ha ideato e brevettato gli occhiali BIO in monoacetato, un tipo di bioplastica di canapa italiana. A raccontarlo sono Stefano Vanin e Roberto Perazza, fondatori e amministratori di The Eyes Republic.

Occhiali in bioplastica di canapa da Hempatica di The Eyes Republic

Nata a Longarone (Belluno), in un’area dove le maestrie e la tradizione tutta montanara dell’occhiale si trasformano in attività industriali, The Eyes Republic è una realtà che ha come obiettivo creare occhiali e altri oggetti di uso quotidiano a partire da biopolimeri da fonti vegetali e rinnovabili, tra le quali trova spazio principalmente la cellulosa della canapa. Da quest’ultima fonte è stata creata una nanocellulosa che viene svolta in bioplastica; tutti i procedimenti sono a base biochimica con semplici acidi vegetali e sfruttano una strumentazione meccanica specifica.

Una soluzione, questa, che utilizza versatilmente le proprietà della cellulosa di canapa e che è del tutto green, sia per i prodotti finali ottenibili, completamente biodegradabili, sia per gli effetti della decarbonizzazione ambientale, per il saldo negativo fra CO2 prodotta e C02 sottratta all’ambiente durante l’intero ciclo produttivo.

Tra le ultime novità di The Eyes Republic c’è Hempatica, un prodotto brevettato sempre realizzato a partire dalla canapa, a partire dalla lignina e dal canapulo, ossia la parte legnosa del fusto. La particolare lavorazione porta a ottenere un monoacetato di cellulosa in cristalli trasparenti, organici e piezoelettrici, che vanno ad arricchire la collezione di nuovi occhiali BIO in canapa o associati ad altri biopolimeri

Per saperne di più abbiamo intervistato Stefano Vanin e Roberto Perazza,, fondatori di The Eyes Republic.

Partiamo dall’inizio. Che cos’è Hempatica e come si differenzia dalle altre bioplastiche a base di canapa?
HEMPATICA si differenzia dalle altre bioplastiche, o meglio biopolimeri, perchè non alteriamo le componenti fondamentali della pianta: non usiamo soda, cloro o solfiti per macerarla, sbiancarla, separarla, e quindi lasciamo anche le componenti terpenofenoliche — le resine, sostanzialmente —, perché attivano i processi acidi di trasformazione della cellulosa da agglomerato fibroso in pasta plastica omogenea e lavorabile.
Questo costituisce anche la base del nostro brevetto e del nome scelto, perché HEMPATICA possiede tutte le qualità per fare prodotti empatici, verso i consumatori consapevoli e verso l’ambiente. Inoltre HEMPATICA è il nome giusto per una plastica che finalmente soddisfa i nostri principi etici e quelli dei nostri collaboratori: non è tossica, è biodegradabile, compostabile e riciclabile infinite volte.

Nell’annuncio che avete dato attraverso la vostra pagina Facebook si parla di un occhiale BIO. Che cosa si intende con BIO in questo caso?
Il bio, o il biologico in genere, può diventare una parola obsoleta e banale, soprattutto se usato a sproposito o come leva di marketing attivo. Anche per noi definire BIO il nostro prodotto può apparire una operazione di greenwashing e solo pubblicitaria, come fanno la maggioranza delle aziende, anche nel nostro settore.
Definiamo BIO il nostro occhiale perchè lo è autenticamente, certificato e brevettato, proveniente da fonti rinnovabili vegetali bio-coltivate a loro volta, dunque senza pesticidi o anticrittogamici. Le occhialerie classiche hanno cominciato pure ad addobbare il proprio marketing con insegne bio, in realtà spacciano per montature bio, verdi, green, biocompatibili, occhiali fatti con nylon riciclato dai tappeti o da involucri industriali, occhiali con plastiche marine (sic), occhiali da bottiglie di Coca Cola, occhiali in PVC riciclato, occhiali biocompatibili con riciclo dei pneumatici,  occhiali in poliuretano eccetera.
Oltre che raccontare menzogne sulla natura bio dei loro prodotti e fare greenwashing aziendale, queste aziende mistificano anche la propensione pubblica e privata ai consumi ambientalmente sostenibili, nei fatti comunicando che con la plastica petrolifera si può e si deve continuare a produrre.

Come vengono realizzati questi particolari occhiali in bioplastica di canapa? Come si differenziano dagli altri che già proponete al vostro pubblico?
Realizziamo questi occhiali con due tecnologie affatto speciali, ma sviluppate secondo un orientamento green definitivo.
La prima tecnologia è attraverso stampi a iniezione e presse elettriche dove fondiamo e pressiamo i grani di HEMPATICA dentro uno stampo. A questa tecnologia abbiamo, dopo un lungo studio, aggiunto gli ultrasuoni come fonte atipica, ma efficace, di energia per il processo.
L’altra tecnica è attraverso la formazione di lastre colorate attraverso estrusione oppure colatura. La colorazione avviene con immissione di minerali coloranti puri o acidi floreali. Dalle lastre si ottiene l’occhiale in forma meccanica, ritagliando la forma e levigandola; per questa operazione usiamo il waterjet (una tecnologia ad acqua), perchè è la più vantaggiosa per risparmio energetico e il riciclo dei materiali di risulta, compresa l’acqua.
A questo, per particolari lavorazioni, aggiungiamo taglio a laser UV o ancora l’incollaggio a ultrasuoni quando dobbiamo accoppiare dei colori. Nessun mediatore chimico, niente acetone, resine ftaliche o fenoliche, e nessun rifiuto non riciclabile viene prodotto nel processo intero.

E in generale quali sono i vantaggi di una montatura in canapa?
Leggerezza, setosità, luminosità dei colori, permanenza e stabilità delle curve, indeformabilità e un fine vita programmato di 6 anni prima della degradazione. Nel fine vita programmato l’occhiale comincia a degradarsi e può essere gettato, letteralmente, ai pesci, o alla raccolta differenziata, oppure e meglio, inviato a noi che lo maciniamo e lo riportiamo in vita sotto altre specie. Una metempsicosi industriale.
Con la Società NAPEE, start up che produce ecopelle dalla canapa, stiamo realizzando tante possibilità per i nuovi cicli di vita per HEMPATICA: associata all’olio di semi di canapa, alle resine terpeniche, alla lignina delle nocciole, ai tegumenti delle clorofille, e persino alle proteine del latte, della soia, del fico, agli amidi del riso e del mais,  la cellulosa cannabinoide può infatti dare vita a una quantità di nuovi biopolimeri a uso industriale sostituibili a qualunque altra plastica tecnica, dal policarbonato al PET. I cristalli terpenici di nanocellulosa della canapa sono dei superconduttori potenziali e i polimeri piezoelettrici ottenuti da essa sono stampabili e utilizzabili come microchip, giusto per definire i possibili campi di impiego di questa pianta.

Quando e dove saranno disponibili questi nuovi occhiali? E quale sarà il prezzo della montatura?
Prevediamo una distribuzione sul territorio italiano a partire da settembre, rigorosamente presso i negozi di ottica. I prezzi saranno stabilizzati tra i 180 e i 200 euro al pubblico, con garanzie di 2 anni comprese, servizio post-vendita e un voucher sorpresa.

Martina Sgorlon

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