Canapa New Tech: il Rinascimento della canapa italiana parte dalla Sicilia

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In questo articolo
1 / La Sicilia per mettere in modo il cambiamento sulla canapa industriale
2 / La canapa per l’economia circolare: nuove varietà, metodi di raccolta e tecnologie
3 / Le attività di Canapa New Tech
4 / L’innovazione tecnologica e di processo per rendere le aziende più sostenibili
5 / I punti cardine di Canapa New Tech:

Il settore della canapa industriale (Cannabis sativa L.) si trova di fronte a nuove esigenze rispetto al passato dovute alla naturale evoluzione delle tradizionali funzioni e, contestualmente, alle nuove necessità dei consumatori sia in campo alimentare che non alimentare.

L’affermazione di nuovo stili di vita piuttosto che l’evoluzione di nuove sensibilità generano inevitabilmente nuove tendenze, nuovi bisogni e nuove domande da parte di un consumatore sempre più esigente ed attento alla salute ed alla sostenibilità delle produzioni agricole. In questa prospettiva si inserisce la consapevolezza della crescente e comprovata rilevanza che viene ad assumere l’intero settore della canapa industriale normata dalla Legge 242/2016 che regola il sostegno e la promozione della coltivazione di questa specie.

La Sicilia per mettere in modo il cambiamento sulla canapa industriale

Le finalità del progetto Canapa New Tech sono quelle di sostenere e promuovere la coltivazione della canapa industriale in Sicilia quale coltura in grado di contribuire, da un lato, alla riduzione dell’impatto ambientale in agricoltura, del consumo dei suoli, della desertificazione e della perdita di biodiversità e, dall’altro, allo sviluppo di filiere agroindustriali territoriali integrate che valorizzino i risultati della ricerca e perseguano l’integrazione locale e lo sviluppo economico ed industriale del settore.

Il progetto, finanziato nell’ambito del PSR Sicilia, avrà una durata di 12 mesi, con scadenza a giugno del 2025 e le zone in cui si svilupperà sono le province di Caltanissetta, Catania, Palermo, Ragusa e Messina. I protagonisti sono la società agricola e start up innovativa benefit Millasensi, che è anche il capofila, la società agricola F.lli Podimani S.S.  di Ragusa, l’azienda Agricola Messina, Catania, Gela (CL), l’impresa individuale Terranova Antonio, Belpasso (CT), l’impresa individuale Dibennardo Vincenzo, Comiso (RG), Chiaramonte Gulfi (RG), l’impresa individuale La Duca Ignazio, Valledolmo (PA), l’Università di Torino con il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco (DSTF), e la stamperia artigianale I Colori del Sole di Palermo. Il responsabile scientifico è il professor Giancarlo Cravotto, ordinario di Chimica organica presso l’Università di Torino, mentre l’innovation broker è il dottor Paolo Rapisarda.

La Sicilia presenta naturalmente condizioni pedoclimatiche particolarmente idonee alla coltivazione della canapa industriale grazie alla presenza di numerosi ambienti quali le pianure costiere e le valli fluviali, particolarmente vocati alla coltivazione di questa specie durante la stagione primaverile-estiva, anche senza l’apporto della risorsa idrica.

La canapa per l’economia circolare: nuove varietà, metodi di raccolta e tecnologie

“L’obiettivo”, sottolineano i promotori, “è quello di sviluppare una filiera della canapa coltivata in regime di agricoltura biologica o comunque integrata, in quanto, in confronto ad altre colture industriali, questa specie necessita di bassi input energetici, non necessita di fertilizzanti e prodotti fitosanitari di sintesi, è in grado di migliorare la fertilità del suolo attraverso un incremento della sostanza organica nel terreno legata all’interramento dei residui colturali e, grazie alla sua elevata capacità competitiva nei confronti delle piante infestanti, con opportuni accorgimenti agronomici non presenta particolari criticità legate al controllo delle infestanti, esercitando peraltro un effetto di rinettamento naturale per le colture che la seguono nella rotazione. Altresì, si ritiene indispensabile ricavare dalla coltivazione della canapa industriale una serie di sottoprodotti volti al settore alimentare, al comparto della cosmesi e al comparto tessile”.

Come farlo? Tramite diversi passaggi che prevedono di sviluppare nuove varietà di canapa con caratteristiche di valore commerciale e garantire con prove sul campo in più siti, lo sviluppo di nuove metodologie di raccolta e lo sviluppo di tecnologie innovative per l’estrazione degli olii dai semi, nonché la valorizzazione di sottoprodotti.

Le attività di Canapa New Tech

Le attività sono diverse e prevedono:

– La scelta varietale e di percorsi agronomici innovativi da adottare in serra e in pieno campo con la valutazione e caratterizzazione agronomica e qualitativa di varietà di canapa industriale in ambienti di coltivazione caldo-aridi (in serra o in campo aperto) oltre alla valutazione ed individuazione di percorsi agronomici innovativi dedicati alla canapicoltura praticata in Sicilia (dose e densità di semina, epoca di semina, fertilizzazione, irrigazione, difesa fitosanitaria).

– L’applicazione di tecniche di agricoltura di precisione tramite il telerilevamento multispettrale da drone; e poi l’installazione di una stazione meteo per il controllo della temperatura, pioggia, umidità, vento, temperatura del suolo, conducibilità elettrica e radiazione solare.

– Prove in serra e in campo di meccanizzazione delle operazioni di raccolta e lavorazione.
– Applicazione di tecnologie innovative per l’estrazione dell’olio e delle proteine dai semi; sviluppo di farine di semi innovative, idro-distillazione assistita da microonde della frazione terpenica delle infiorescenze e valorizzazione di altri sottoprodotti.

– Impiego del canapulo per la bioedilizia.

– Impiego fibra per il settore tessile.

L’innovazione tecnologica e di processo per rendere le aziende più sostenibili

“A partire da una singola attività come quella dell’idro-distillazione, possiamo trasferire processi e tecnologie sostenibili all’interno delle aziende”, sottolinea Salvatore Zappalà, Ceo di Millasensi che è capofila del progetto Canapa New Tech. “Per idro-distillazione si intende l’utilizzo di acqua al posto di un classico solvente derivato dalla benzina, che restituisce un prodotto molto meno impattante, e quindi un valore aggiunto per le persone in diversi settori che vanno dalla nutraceutica alla cosmetica. Il secondo vantaggio è la velocità di lavorazione e il terzo è il costo di attivazione del macchinario stesso che viene ridotto in modo sensibile”.

“Grazie alla 16.1 – che è il bando che abbiamo vinto e che comporta il trasferimento di tecnologie e processi alle aziende per diventare più sostenibili – possiamo poi allargare il raggio ai settori agroalimentare e agroindustriale. Dal recupero degli scarti possiamo ad esempio valorizzare il settore dell’immobiliare, prototipando nuovi materiali. Dal settore fibra possiamo ottenere bioplastiche, guardando in particolare ai settori dell’aerospaziale e della nautica, che sono altamente redditizi”.

“A chi trasferiremo le nostre tecnologie? Al valorizzatore finale che è già operativo e che utilizzerà le nuove tecnologie nel suo mercato”.  L’appello di Salvatore Zappalà è dunque alle aziende che siano interessate a sedersi al tavolo per aprire la discussione: “Il trasferimento tecnologico è l’inizio di un processo che, come passaggio successivo, si concretizzerà in un piano integrato di filiera“.

I punti cardine di Canapa New Tech:

  1. Rafforzare le competenze e le conoscenze del tessuto imprenditoriale nel comparto della canapa industriale, innalzando le competenze tecniche degli operatori e rafforzando l’orientamento alla cooperazione.
  2. Assicurare la capacità professionale e accompagnare lo sviluppo delle competenze anche dei giovani imprenditori che intendono intraprendere l’attività di produzione primaria e della trasformazione della canapa industriale.
  3. Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione e rafforzare il sistema innovativo regionale mediante l’incremento della collaborazione tra le imprese agricole e le Università ed i diversi centri di ricerca.
  4. Rappresentare una opportunità ed una alternativa alle colture tradizionali, consentendo il recupero dei sistemi colturali e la caratterizzazione dei paesaggi agricoli.
  5. Supportare la creazione di nuove figure specializzate di tecnici agricoli in grado di assistere le aziende dedite alla coltivazione della canapa industriale in un percorso volto alla gestione integrata del suolo e all’impiego di metodi di gestione eco-sostenibili ed a promuovere la nascita di aziende manifatturiere che possano utilizzare i diversi impieghi che comporta la canapa industriale (cosmesi, alimentare e tessile).
  6. promuovere la diffusione di tecniche di coltivazione conservativa che mirano a promuovere la produzione della canapa industriale ottimizzando l’uso delle risorse attraverso la gestione integrata del suolo e di metodi di gestione eco-sostenibili.

Per maggiori informazioni è possibile contattare Millasensi, azienda capofila del progetto, alla mail info@millasensi.com. Canapaindustriale.it è media partner del progetto. 

Redazione di Canapaindustriale.it

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