La cannabis light sarà finalmente libera, dopo una battaglia durata 2 anni e mezzo

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L’emendamento tanto atteso è stato approvato ieri: ora è questione di tempo e la cannabis light sarà finalmente libera. Ieri infatti è stato approvato un subemendamento a firma di 6 senatori dei 3 partiti di governo (Loredana De Petris e Paola Nugnes (LeU), Monica Cirinnà e Daniela Sbrollini (PD), Francesco Mollame e Matteo Mantero (M5S) ), che fa principalmente 3 cose: stabilisce che la 242 vale anche per la commercializzazione, che vale per tutte le parti della pianta e quindi fiori, biomassa e CBD, e segna una soglia chiara per il THC, fissata allo 0,5%.

Si tratta di un subemendamento che è stato approvato ieri in Commissione bilancio, ora dovrà essere votato, ma probabilmente con la fiducia e quindi, a meno che non ci saranno grandi sconvolgimenti, passerà.

“A decorrere dal 1º gennaio 2020”, si legge nel testo, “la biomassa di canapa (Cannabis sativa L.), composta dall’intera pianta di canapa o di sue parti, è sottoposta ad imposta di fabbricazione applicando al prezzo di vendita le aliquote percentuali in misura pari ad euro 12,00 per mille chilogrammi, per ogni punto percentuale (% p/p) di cannabidiolo (CBD) presente nella biomassa”.

Non solo, perché la 242 viene ampliata “alla coltivazione e alla trasformazione di qualsiasi parte della pianta, compresi i fiori, le foglie, le radici e le resine, nonché alle attività connesse di cui all’articolo 2135, comma 3, del codice civile” e quindi anche alla cannabis light. E vengono previsti anche i prodotti a base di CBD, indicati come “preparati contenenti cannabidiolo (CBD)”, a patto che non violino la legge sugli stupefacenti.

“Stiamo cercando semplicemente di rendere il lavoro di chi investe nel settore un po’ più sicuro, senza il tormento di doversi trovare in situazioni difficili dovute a un’incertezza normativa e giuridica”, spiega il senatore Francesco Mollame del M5S, tra i firmatari del provvedimento. Abbiamo trovato una soluzione dopo un anno e mezzo di lavoro e da ora in poi se io pago le tasse avrò il diritto di essere tutelato dallo stato, come imprenditore e come consumatore”.

“La volontà”, secondo il senatore, “è quella di dare sicurezza a un settore che stava soffrendo da parecchio e quasi sicuramente sarà votato con la fiducia insieme al maxiemendamento. E’ un argomento difficile, abbiamo trovato grandi resistenze e un pregiudizio tragico: c’è chi cavalca le paure e quindi la discussione che ieri è iniziata alle 21, è terminata alle 9 di stamattina con l’approvazione con un via vai di sottosegretari e politici. Credo sia un ottimo risultato”.

Per Luca Marola, fondatore di Easy Joint, “Dopo due anni e mezzo di lotta pare arrivi il riconoscimento della bontà delle nostre motivazioni. Abbiamo smascherato la follia del proibizionismo, creato dal nulla una filiera agricola e commerciale non immaginabili solo 2 anni fa, siamo riusciti a far correggere la legge sulla canapa e sugli stupefacenti negli aspetti più controversi. Ma quanti morti e feriti sono caduti… Un pensiero va alle decine di imprese agricole e commerciali che, a causa della follia proibizionista politica e giudiziaria, sono state costrette a chiudere ed un ringraziamento va ai 6 senatori dei tre gruppi di maggioranza che ci hanno creduto fino in fondo, a tutti i senatori che l’hanno approvato ed al governo. L’attività a favore di una regolamentazione complessiva della cannabis continua. Oggi l’Italia è un Paese migliore e più moderno, connesso con i grandi cambiamenti globali sulla cannabis in corso”.

Mario Catania

 

 

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