Quanto si guadagna con la cannabis light (aggiornamento 2020)

Canapa economia e politica CBD e cannabis light //
In questo articolo
1 / I costi per avviare un'attività di coltivazione di canapa
2 / LA CANNABIS LIGHT NELLA COLTIVAZIONE INDOOR
3 / Unità di misura
4 / Quante piante a metro quadro e quale resa
5 / Le luci
6 / Terra e acqua
7 / Manodopera
8 / La consulenza agronomica
9 / La resa
10 / LA CANNABIS LIGHT NELLA COLTIVAZIONE OUTDOOR
11 / Il terreno
12 / Piante e fertilizzanti
13 / La consulenza agronomica
14 / Manodopera
15 / Essiccazione
16 / La sicurezza
17 / Resa
18 / LA CANNABIS NELLA COLTIVAZIONE IN SERRA (GREENHOUSE)
19 / Il terreno e la serra
20 / Le piante
21 / Irrigazione
22 / Manodopera
23 / Resa
24 / Cannabis light: i prezzi di rivendita all'ingrosso

Complessa e controversa, la filiera della cannabis light in Italia continua ad affascinare ed interessare un pubblico trasversale. Nonostante le recenti disposizioni in materia di CBD che hanno visto un decreto del ministero della salute inserire le preparazioni orali a base di questo cannabinoide nel testo unico degli stupefacenti, poi ritirato, e nonostante una guerra al settore che va avanti da quando questo settore è nato, continuano ad aumentare la platea di consumatori, i potenziali produttori e l’interesse generale per canapa e derivati. Perché la cannabis light ad oggi resta un’opportunità importante sia per superare la crisi economica sia per conciliare lo sviluppo dell’economia con il bene del pianeta.

Avevamo questo articolo pronto da un po’, ma, vista la situazione attuale, avevamo dei dubbi se fosse opportuno pubblicarlo o meno. Abbiamo deciso di farlo per dare l’ennesima testimonianza di come questo sia un settore agricolo, sano, i cui prodotti non hanno causato nessun problema sociale o di salute in anni di utilizzo di massa, e che aspetta solo una cosa: che la politica si metta d’accordo e ne normi l’utilizzo umano e le norme definitive per poterlo commerciare senza dover temere di incorrere in processi o sequestri.

Perché c’è una grande platea davvero eterogenea di persone attratte dall’idea di realizzare un sogno, che si affaccia su questo mercato spesso senza una preparazione specializzata in questo settore e che pone sempre la stessa domanda: “Quanto si guadagna con la cannabis light?“. Ecco le risposte dei produttori.

I costi per avviare un’attività di coltivazione di canapa

Abbiamo voluto indagare, attraverso l’aiuto di tre professionisti del settore, l’intero processo di produzione per presentare una panoramica dei costi e una stima dei ricavi. Strutturiamo l’analisi nelle tre grandi macrocategorie:

– indoor: coltivazione all’interno di un locale adibito, con lampade e sistema di riscaldamento/raffreddamento e areazione, permette più cicli all’anno.

– Outdoor: classica coltivazione in campo aperto.

– Greenhouse: coltivazione in serra che permette di proteggere la pianta lasciandola esposta ai benefici della luce naturale con la possibilità di utilizzare anche luci artificiali.

LA CANNABIS LIGHT NELLA COLTIVAZIONE INDOOR

La coltivazione indoor ricrea artificialmente un ambiente favorevole alla crescita delle piante completamente gestito e controllato dal coltivatore (luce, aria, temperatura, umidità e nutrimento). Tanto più la gestione e il controllo di questi parametri viene fatta a regola d’arte, tanto più la crescita e la fioritura delle piante di canapa sarà prosperosa. Per analizzare i costi e le rese di questo tipo di coltivazione ci siamo rivolti al grower Niccolò Pozzolini di Flower Factory. Flower Factory è un azienda Italiana di proprietà di Flower Farm che ottiene un prodotto certificato e coltivato in ambiente controllato. L’impianto fa fronte alle richieste di un mercato in costante evoluzione con zone per la fioritura e il mantenimento di ceppi genetici di importanza strategica. Le certificazioni attestano tutta la filiera, dalla provenienza ai metodi di coltura, dall’assenza di additivi chimici alla raccolta a mano.

Unità di misura

Per strutturare un buon business plan occorre partire da un’unità di misura minima che servirà per calcolare tutti i costi e le rese in termini produttivi. Nel caso di coltivazione indoor Niccolò ci espone i costi per una serra al chiuso di 100 metri quadri.
“Data una superficie di coltivazione totale bisogna creare degli spazi di accesso, di movimentazione prodotto, dei passaggi per muoversi tra le piante. Quindi dati 100 metri quadri in media dal 45% al 55% viene perso per superfici di passaggio calpestabili”.

Quante piante a metro quadro e quale resa

“Ci sono differenti tecniche di coltivazioni le due principali sono SOG e SCROG. La prima consiste nel mettere tante piante, fino a 25 per metro quadro e saltare la fase vegetativa, imponendo fin da subito le ore di luce per la fioritura, 12 di luce e 12 di buio. La seconda prevede invece molte meno piante per metro quadro, fino a 9, una fase vegetativa più lunga e l’utilizzo di una rete orizzontale dove far crescere le piante intrecciate. SOG e SCROG corrispondono a due filoni di pensiero diversi, ma in media entrambe hanno una resa di 450 grammi a metro quadro. Nell’una e nell’altra cambiano le procedure e i processi. La scelta riguarda l’organizzazione del lavoro e le preferenze del grower. Io preferisco la tecnica SCROG, secondo me la pianta CBD per sviluppare un buon fiore ha bisogno di vegetativa, ha bisogno di sviluppare tutto il suo apparato prima di poter sviluppare il fiore. Inoltre se è pur vero che con tecnica SOG guadagni le settimane di vegetativa e quindi in un anno fai più cicli, la stessa tecnica ti impone costi maggiore, anche solo per quanto riguarda la quantità di terra da movimentare o la manodopera per la manutenzione.
Il costo delle piante va da 3,50 a 5,50 euro da moltiplicare per il numero di piante che si desidera utilizzare. Si trovano piantine che costano anche molto meno, ma il consiglio è di investire nella qualità della varietà che si sceglie”.

Le luci

Ogni metro quadro deve essere illuminato con almeno un minimo di 400 watt. Anche per le luci ci sono due filoni di pensiero che si dividono sulla scelta della tipologia di lampada: HPS, o i modelli più avanzati CMH, e LED. Le classiche luci HPS producono davvero tanto calore e bisognerà correggere la temperatura, d’altra parte le lampade a LED non producono per niente calore e anche in questo caso occorrerà correggere la temperatura. Un altro fattore importante è rappresentato dallo spettro di luce di ognuna delle due. Con le lampade HPS o CMH lo spettro luminoso è continuo, e ne gioverà la pianta in termini di terpeni. Ormai è inoltre assodato che con i LED non fai fiori molto gonfi, ma più compatti. Un buon LED, paragonabile ad una HPS da 600 watt ha un costo iniziale più elevato ma consuma molto meno, il costo si aggira intorno ai 700 euro per LED e 300 euro per HPS. Per la superficie che stiamo calcolando, e tenendo conto che devi avere 400 watt a metro quadro di superficie coltivata, serviranno 50 di HPS oppure 60 LED.
Per una stima approssimativa del costo dell’energia elettrica necessaria sia per le luci che per il l’impianto di condizionamento siamo sui 6mila euro a ciclo con lampade HPS“.

Terra e acqua

“Anche per questa scelta occorrerà tener presente diversi fattori. Con l’argilla si produce in coltivazione idroponica, i vasi sono riempiti di argilla espansa e le radici delle piante sono esposte all’aria. L’acqua viene fatta gocciolare all’interno dei vasi per tutto il giorno a ciclo continuo e scorre fino a uscire da sotto il vaso per essere raccolta e immessa nuovamente in circolo. L’argilla a fine ciclo viene pulita e riutilizzata nel nuovo ciclo, a differenza della terra che deve essere buttata. Il costo della terra è alto perché occorre scegliere terriccio di altissima qualità. Ad ogni ciclo spendi 1.000 euro. Per quanto riguarda l’irrigazione abbiamo un costo contenuto per una cisterna d’acqua di 3mila litri che si aggira intorno ai 500 euro. Costa molto di più la centralina che controlla la quantità di fertilizzanti e il ph, siamo sui 3/4mila euro. Con la terra avremo il costo del consumo dell’acqua, in idroponica no perché l’acqua torna in circolo. D’altra parte nella coltivazione idroponica con l’argilla tutto l’ambiente deve essere controllatissimo perché le radici sono esposte, la terra invece fa da tampone”.

Manodopera

“Per un indoor di 100 metri quadri totali ci vogliono almeno due persone che lavorano insieme tutti i giorni sulle piante e sull’impianto nel caso di coltivazione in terra, in idroponica può bastare una sola peronsa, magari con una piccolo aiuto. Poi ci sono i due periodi di messa in opera e raccolto. Per la prima fase sono sufficienti 5 persone oltre alle 2 che seguono l’impianto per due giorni. Per il raccolto bisogna scegliere se fare tutto a mano (raccolta e pulizia dei fiori) oppure affidarsi ai macchinari. I macchinari hanno costi elevati che però si ammortizzano con i primi cicli: 3/4mila euro la macchina per snocciolare, cioè per la raccolta e 5mila euro il trimmer per la pulizia dei fiori. Se si vuole fare tutto a mano bisogna preventivare 10 persone che lavorano per 10 giorni, per un totale di più di 3mila euro a ciclo”.

La consulenza agronomica

“La consulenza di un agronomo specializzato in canapa quando si rende necessaria può avere un costo molto vario. C’è chi chiede uno stipendio normale, diciamo 1.500 euro fino a 1.800 euro, chi arriva a chiedere 10mila o 15mila euro di consulenza. Ancora non si è creata una consuetudine nel settore a riguardo”.

La resa

“Un impianto per come l’abbiamo finora strutturato deve almeno dare una resa di 23 chilogrammi a ciclo. Per quanto riguarda una stima del numero di cicli che è possibile ottenere in un anno occorre tener presente l’efficienza dell’organizzazione del lavoro e il fatto che stiamo parlando di una produzione industriale in cui la fase vegetativa viene ridotta al minimo. Andiamo dai 4 ai 6 cicli per chi è molto bravo e organizzato in una condizione in cui tutto funziona perfettamente”.

LA CANNABIS LIGHT NELLA COLTIVAZIONE OUTDOOR

Per farci illustrare i costi di gestione di una coltivazione outdoor abbiamo chiesto all’azienda CanapaAroma. L’azienda nasce dall’idea di 4 ragazzi grower e antiproibizionisti nel 2015, anticipando il cambiamento della legislazione italiana sulla canapa e una nuova stagione di apertura culturale per quanto riguarda la pianta. Attualmente lavorano con il loro brand #SENSIBREAK sulla ricerca e lo sviluppo di linee CBD e CBG sia da varietà di canapa autoctone che da ceppi ad alto cannabidiolo provenienti da tutto il mondo con lo scopo di mantenere sotto il limite italiano di 0,6% il THC e creare piante, semi femminizzati e fiori che mantengano le caratteristiche terpeniche e di aspetto della cannabis indica.

Il terreno

“Prendiamo come unità di misura un ettaro. Se non si dispone di un terreno la prima spesa da preventivare è l’affitto. Un ettaro di terreno agricolo pulito, provvisto di corrente elettrica, recintato e servito di acqua ha un costo annuo di 2mila euro all’incirca, almeno nella nostra zona in provincia di Roma. Poi abbiamo il costo annuo per aratura e fresatura di circa 500 euro. Per la pacciamatura e i tubi dell’irrigazione a goccia si arriva ad un costo una tantum di 1.000 euro circa.  Si consiglia inoltre di fare analizzare sia il terreno che l’acqua per capire se e come correggere i nutrienti. Le analisi hanno un costo di 200 euro l’una.”

Piante e fertilizzanti

Il costo per mille piantine si aggira intorno ai 1.500 euro  Su un ettaro se ne possono posizionare 4/6mila per un costo totale compreso tra 6 e 9mila a ettaro. Per dare una stima del costo dei fertilizzanti occorre capire cosa manca al terreno e all’acqua attraverso le analisi. Ad esempio il costo della letamazione o del nitrato d’ammonio è di circa 200/300 euro per ettaro. Occorre poi verificare la presenza di funghi o parassiti per preventivare eventuali costi per i trattamenti che possiamo comunque stimare in circa 500 euro per ettaro“.

La consulenza agronomica

La consulenza agronomica specializzata per le coltivazioni di canapa ha un costo variabile tra i 1.500 e i 5mila euro, dipende molto dal tipo di consulenza offerta, dove si trova la coltivazione e molto dalle urgenze che possono venire a crearsi richiedendo il sopralluogo del professionista”.

Manodopera

“Per la messa a dimora delle piantine, calcolando 6mila piante su un ettaro, servono 4 persone per 4 giornate lavorative da 6 ore lavorative. Il costo è di circa 60 euro a giornata lavorativa a persona. La pulizia del prodotto può essere fatta a mano o attraverso appositi macchinari che costano intorno ai 5mila euro. Se la pulizia viene fatta a mano servono 4 persone per 10/15 giorni“.

Essiccazione

“Per il raccolto occorre preventivare la manodopera e un locale per essiccare il prodotto. Occorre quindi disporre di un capannone con corrente elettrica per ventilare e deumidificare. Il prodotto raccolto da un ettaro avrà bisogno di almeno 1.000 mq per l’essiccazione. Un capannone di queste dimensioni ha un costo di affitto di 1.000/1.500 euro al mese per un mese/un mese e mezzo di essiccazione“.

La sicurezza

“E’ molto importante preventivare anche un costo per evitare furti durante l’essiccazione e la pulizia. Una guardia armata in turno di notte è il costo più alto di tutti”.

Resa

Se si lavora bene un ettaro può restituire anche 500 kg di fiore pulito. La media è quella di vendere 50 kg al mese.

LA CANNABIS NELLA COLTIVAZIONE IN SERRA (GREENHOUSE)

La tecnica di coltivazione greenhouse si avvale di serre montate sui campi coltivati. Rappresenta un’ottima via di mezzo tra le altre due tecniche, indoor e outdoor. Grazie alle serre i coltivatori possono controllare l’ambiente, il ricircolo d’aria e la luce, senza dover rinunciare a quella solare. Per delineare una panoramica sui costi di questo tipo di coltivazione ci siamo rivolti all’ Azienda Agricola Moncada di Licata in Sicilia. L’azienda esiste da moltissimo tempo, si va indietro nel tempo fino ad un secolo fa. Dal 2016  ha deciso di integrare la propria produzione ortofrutticola, caratterizzata da margini di guadagno sempre più esigui,  con la canapa. Il proprietario Salvatore Incorvaia ci ha illustrato tutti i costi per l’avviamento e il mantenimento di una serra di 1000 mq.

Il terreno e la serra

“Per l’acquisto o l’affitto del terreno da coltivare il costo dipende da dove si vuol coltivare. Qui in Sicilia nella nostra zona il costo di acquisto si aggira intorno ai 2.000 euro oppure 500 euro mensili per l’affitto. Per quanto riguarda la serra invece il costo è decisamente più alto, per l’acquisto di una serra di 1.000 mq ci vogliono tra i 12 e i 15mila euro. Bisogna poi preventivare il costo per la preparazione del terreno e quello per i trattamenti: siamo sui 1.500 euro a ciclo“.

Le piante

“Per le piante servono in media 2 euro cadauna. Noi abbiamo travasato 780 piante sui 1.000 mq coltivati sotto la serra per un costo totale di 1.560 euro. Ma il prezzo delle piantine può variare anche molto sul mercato, diciamo che 2/2,5 euro l’una è la media di quello che si trova sul mercato”.

Irrigazione

“Per l’irrigazione della serra servirà una cisterna da 5mial litri che ha un costo di acquisto di 1.300 euro e un costo di consumo, elettrico per farla funzionare e di acqua, di 1.500 euro a ciclo. L’impianto di irrigazione è invece compreso nel prezzo della serra”.

Manodopera

“Per la conduzione della serra servono due persone che lavorino full time per tutto il ciclo. A queste occorre aggiungere almeno un’altra persona per il travaso che può durare 2/3 giorni e una decina di operai per la fase del raccolto e della pulizia dei fiori, per un periodo di 10 giorni“.

Resa

“La nostra serra di 1.000 mq ha restituito 200 kg di fiore pulito e pronto per la vendita. Una media quindi di 260 grammi a pianta”.

Cannabis light: i prezzi di rivendita all’ingrosso

Per completare questa nostra panoramica occorre indagare i ricavi per ogni tipologia di coltivazione. Il prezzo della vendita all’ingrosso dei fiori di canapa varia infatti molto in base alla tecnica di coltivazione del prodotto. Per rendere conto di questa forbice abbiamo voluto interpellare diversi operatori del settore. Si va da un minimo di 200 euro al kg per il prodotto coltivato outdoor, fino ad un massimo di 1.600 euro al kg per quello coltivato indoor. Per quanto riguarda il prodotto coltivato in serra la forbice è davvero ampia: si va da 300 euro al kg fino ad un massimo di 700 al kg.

Il prezzo di vendita all’ingrosso risente di molti fattori: qualità estetiche ed organolettiche del fiore, contenuto di cannabinoidi, il periodo dell’anno in cui si effettua la vendita, più o meno caratterizzato da scarsità di offerta; possibilità di sottoscrivere contratti di ritiro a prezzi ridotti all’inizio del raccolto; modalità e tempi di pagamento; oltre all’instabilità del mercato dovuto alle lacunose e controverse normative che lo regolano.

Redazione di Canapindustriale.it

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