Bloccare il decreto sulle officinali per rilanciare l’uso di tutta pianta di canapa

Canapa economia e politica //
In questo articolo
1 / Perché le associazioni italiane si stanno opponendo al decreto che inserisce la canapa tra le piante officinali?
2 / Bloccare il decreto sulla canapa per cambiare il futuro del settore in Italia
3 / Come contribuire alla raccolta fondi per bloccare il decreto su canapa e officinali

Bloccare il decreto che per inserire la canapa tra le piante officinali, in realtà ne limita l’utilizzo ai soli semi e derivati. È una possibilità concreta per cambiare le cose, riaprire la discussione sull’utilizzo di tutta la pianta e riportare il settore italiano della canapa industriale in linea con la normativa comunitaria. Parliamo del decreto che inserisce la canapa tra le piante officinali che le associazioni italiane che si occupano di canapa industriale (Canapa Sativa Italia, Sardinia Cannabis, Resilienza Italia Onlus e Federcanapa) hanno fortemente osteggiato fin dall’inizio. Alla prima udienza il Tar l’ha ritenuto ammissibile e ha fatto anche un passo in più: ha emesso ordinanza per chiedere al Ministero della Salute le prove scientifiche dei rischi per la salute della canapa industriale. In assenza di tali evidenze non sarà possibile limitare la coltivazione, trasformazione, vendita e circolazione della pianta nella sua interezza

Ora le associazioni si stanno preparando, assistite dall’avvocato Giacomo Bulleri e dallo studio Legance di Roma, alla nuova udienza prevista per il 23 gennaio. Per farlo, però, visti gli altri costi le associazioni hanno lanciato una nuova raccolta fondi. Ma andiamo con ordine.

Perché le associazioni italiane si stanno opponendo al decreto che inserisce la canapa tra le piante officinali?

L’abbiamo chiesto diretttamente all’avvocato Bulleri che spiega: “Il decreto interministeriale sulle officinali doveva essere un elenco delle piane officinali ammesse, era un decreto attuativo del nuovo testo unico sulle officinali. Ma, invece che fare semplicemente l’elenco, è stato inserito un decreto che inserisce delle limitazioni ad hoc sulla canapa. Tra queste c’è la parte impugnata, in cui si dice che la coltivazione secondo la legge 242 del 2016 vale solo per semi e derivati. E quindi, ritenendo che la limitazione all’uso di parti della pianta, fosse lesiva della normativa comunitaria e di quella internazionale, fu deciso di promuovere l’impugnazione, sulla scorta di un principio già sancito dalla Corte europea”.

Dopodiché, alla prima udienza, il Tar ha ritenuto ammissibile il ricorso e ha emesso un’ordinanza al ministero della Salute che ora deve esibire i documenti sui quali si sarebbe basato per emettere il decreto.

Insomma, tutto ruota intorno al diritto comunitario e alla ormai famosa sentenza del cosiddetto caso “Kanavape”, che ha portato alla sentenza della Corte di Giustizia europea.

Bloccare il decreto sulla canapa per cambiare il futuro del settore in Italia

Il prossimo passaggio sarà l’udienza prevista per il 23 gennaio e le associazioni porteranno avanti le proprie ragioni per dimostrare che il decreto è illegittimo.

È un’azione fondamentale che potrebbe cambiare le carte in tavola per tutto il settore a livello nazionale. In Francia, dopo la sentenza della corte europea, il settore canapa è stato legittimato ed oggi è lo stesso governo a sostenere il settore, comprese il settore del CBD, visto che nel Paese è appena stata approvata una risoluzione che punta sullo sviluppo agroindustriale della canapa e sulla completa legalizzazione del CBD.

Dall’altro lato, l’operazione portata avanti dalle associazioni italiane è molto onerosa, con spese legali e per l’organizzazione di tutta la procedura, e viene chiesto l’aiuto di tutti perché, un eventuale annullamento di quella parte del decreto, riapre tutta la discussione sull’utilizzo dell’intera pianta.

Come contribuire alla raccolta fondi per bloccare il decreto su canapa e officinali

Per arrivare a questo risultato c’è bisogno dell’aiuto di tutti e quindi delle aziende di settore, dei semplici appassionati e in generale di chi abbia a cuore questa pianta. Le associazioni spiegano che: “I fondi raccolti verranno impiegati per il pagamento delle spese dei legali impegnati nel ricorso, prima di questa campagna sono stati già raccolti circa 16mila euro su 50mila, ma speriamo che le aziende del settore e i cittadini potranno aiutarci a raggiungere questo importante obiettivo. Purtroppo i tempi sono ristretti, c’è tempo solo fino a 10 gennaio per sostenere la campagna, in ogni caso tutti i fondi raccolti andranno a finanziare le spese legali per il ricorso. Il primo step di 22.500 è un passo fondamentale per il pagamento dello studio “Legance”  e l’avv. Giacomo Bulleri che insieme difendono le associazioni che hanno promosso il ricorso e la cui notula scade a fine dicembre”.

  • E’ possibile sostenere l’azione legale donando direttamente su questa pagina cliccando sul pulsante “Contribuisci” (con carta di credito del circuito Visa o Mastercard, GooglePay e ApplePay).
  • Tramite bonifico come indicato dal sito di Canapa Sativa Italia, versando la propria donazione al conto intestato all’Avv. Giacomo BulleriIBAN: IT62 Z084 6113 9000 0001 0990 089, Causale: “contributo ricorso tar  – associazione xyz, specificando di quale associazione fai parte o da quale sei stato/a coinvolto/a nella raccolta fondi. Esempio: “Contributo Ricordo Tar – Ass.Resilienza Italia Onlus”.
  • Oppure con paypal o bonifico (scrivendo DONAZIONE PER RICORSO AL TAR) su:https://www.ricorsotarlegge242.it/https://www.resilienzaitalia.org/dona-ora/dona-online

Redazione di Canapaindustriale.it

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