I componenti della canapa per produrre pesticidi naturali

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In questo articolo
1 / I cannabinoidi per i pesticidi naturali del futuro
2 / I cannabinoidi come meccanismo di difesa

I cannabinoidi prodotti dalle piante di canapa potrebbero essere alla base di futuri pesticidi naturali da utilizzare in agricoltura.

E’ l’ultima rivelazione che arriva dal progetto di ricerca della Cornell University che dal 2017 fa ricerca sulla pianta e le sue potenziali applicazioni, dal quale poco tempo fa era nata l’idea di poter combattere l’oidio, incubo di ogni coltivatori, grazie a un gene della pianta di canapa.

I cannabinoidi per i pesticidi naturali del futuro

Gli esperimenti condotti da Larry Smart, professore alla School of Integrative Plant Science presso il Cornell AgriTech’s College of Agriculture and Life Sciences (CALS), hanno infatti mostrato che ad una più elevata concentrazione di cannabinoidi nelle foglie corrispondevano a danni minori causati dai parassiti che se ne nutrono.

E questo è il punto di partenza che potrebbe aprire scenari futuri per la produzione di pesticidi naturali a partire dai cannabinoidi, secondo le indicazioni dei ricercatori destinati però a piante non commestibili a causa del principi attivi contenuti come le forme acide di CBD, THC e CBG.

Se infatti i cannabinoidi sono ad oggi studiati principalmente per le proprietà mediche, nello studio pubblicato su Horticulture Research i ricercatori evidenziano che la cannabis li produce come strategia difensiva, come “la protezione dalle radiazioni ultraviolette, dagli agenti patogeni e dagli erbivori”.

I cannabinoidi come meccanismo di difesa

Prima che l’uomo iniziasse a selezionare varietà di cannabis con concentrazioni di cannabinoidi sempre più alte, i ricercatori sottolineano che “per milioni di anni il vantaggio principale della produzione di cannabinoidi per la pianta fosse stato quello di un meccanismo di difesa. I risultati qui riportati dimostrano che CBDA e CBGA, due dei fitocannabinoidi più abbondanti prodotti da C. sativa, possono ridurre la crescita e la sopravvivenza degli erbivori masticatori indipendentemente da altri fattori biochimici o fisici”.

Nonostante questo, secondo i ricercatori: “Siamo lontani dall’avere una comprensione completa della funzione dei cannabinoidi nella difesa delle piante”.

L’esempio lampante è che “Nonostante le prove crescenti del fatto che i cannabinoidi funzionano come difese contro gli erbivori, ci sono numerosi erbivori che si nutrono di C. sativa”.

“Nessuno ha messo insieme una serie completa di risultati sperimentali per mostrare una relazione diretta tra l’accumulo di questi cannabinoidi e i loro effetti dannosi sugli insetti”, ha poi sottolineato Larry Smart mentre un altro autore dello studio, George Stack ha sottolineato che il lavoro scientifico “fornisce informazioni su come funzionano i cannabinoidi nei sistemi naturali e può aiutarci a sviluppare nuove cultivar di canapa conformi al THC che mantengono queste difese naturali integrate contro gli erbivori”.

Redazione di Canapaindustriale.it

 

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