La canapa per una nuova agro-industria in Sicilia

Canapicoltura Canapicoltura e infiorescenze //

Adattare le strategie per la coltivazione della canapa in Sicilia in base alle differenti condizioni ambientali e pedologiche di 5 aziende ubicate in provincia di Catania, Palermo, Ragusa e Gela. È la parte agronomica del progetto Canapa New Tech*, finanziato con i fondi del PSR dalla Regione Sicilia con l’azienda Millasensi come capofila, che mira a trasferire sul campo e agli agricoltori le conoscenze maturate in questi anni, portando avanti parallelamente la ricerca su nuovi metodi estrattivi e biomateriali con il fine di creare filiere produttive locali.

Come sarà effettuata? Attivando un protocollo comune di coltivazione tra tutte le aziende, che saranno seguite direttamente dall’unità di produzione vegetale del dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina, e in particolare dal professor Fabio Gresta e dal ricercatore Danilo Scordia, che si occuperanno del monitoraggio delle attività in campo.

“Più che un progetto di ricerca è un progetto che mira a trasferire le conoscenze maturate al mondo agricolo, utilizzando l’esperienza pregressa e la letteratura scientifica in materia agronomica che ha permesso ai tecnici di mettere a punto un protocollo di coltivazione che possa accomunare le esigenze dell’azienda”, sottolinea il dott. Danilo Scordia, che abbiamo intervistato per farci illustrare i prossimi passi del progetto.

Che varietà sarà utilizzata e come si svolgerà il progetto?
La varietà prescelta è la Felina 32, che è si di origine francese, ma che in studi recenti ha mostrato di potersi adattare abbastanza bene a questi ambienti. È stata una scelta dettata anche dalla reperibilità del seme, ma è supportata da studi che dimostrano come sia una delle varietà più adatte al nostro clima. Durante il progetto saranno utilizzate differenti tecniche agronomiche: densità di semina differenziata e quindi una ottimale per la produzione di seme e una invece per la produzione di fibra, epoche di raccolte differenziate, sempre a seconda del prodotto che si voglia ottenere utilizzando macchinari già messi a punto per i diversi scopi.

Quali sono le attività sul campo?
Le attività in campo, iniziate a fine marzo, sono diverse e prevedono la preparazione del letto di semina, le concimazioni attraverso elementi organici e minerali, tecniche di falsa semina per un miglior controllo delle erbe infestanti che sono particolarmente competitive nelle prime fasi di sviluppo e possono pregiudicare la resa della canapa, fino a tecniche di irrigazione differenziate per ottimizzarla e risparmiare la risorsa idrica. In quest’ottica,  faremo delle prove in pieno soddisfacimento idrico – e quindi con volumi ottimali alle esigenze della canapa– confrontate con tecniche di risparmio idrico, irrigando in specifiche fasi fenologiche della coltura. Durante l’annata agraria monitoreremo tutte le fasi di accrescimento e alla fine avremo dei dati che possono essere confrontati in base ai trattamenti che adotteremo. Poi seguirà la fase di raccolta e il materiale sarà spedito a Torino, dove il professor Giancarlo Cravotto – ordinario di Chimica organica presso l’Università – ed il suo team faranno le diverse estrazioni da seme e fiore e i test sui biomateriali a partire dalla fibra.

Mario Catania

*Canapaindustriale.it è media partner del progetto Canapa New Tech

Altri articoli che potrebbero interessarti...