E.T.I.CA. ETS: la via della collaborazione con le forze dell’ordine per la canapa

Canapa economia e politica //
In questo articolo
1 / La nascita di ETICA ETS e gli obiettivi del progetto
2 / Lo sviluppo del progetto ETICA ETS
3 / Dal locale al nazionale per risolvere i problemi della canapa italiana
4 / Intanto, in Italia…

A maggio 2022, l’Ente Tutela e Innovazione Canapa della Toscana (ETICA ETS) e il Comando Regionale Carabinieri Forestale hanno firmato un accordo di collaborazione per garantire la legalità della filiera agro-industriale della canapa.

Per saperne di più sull’origine del progetto e sui primi sviluppi abbiamo intervistato il Presidente di E.T.I.CA. Francesco Vitabile, già presidente di Resilienza Italia Onlus e tra i firmatari del Protocollo d’intesa.

La nascita di ETICA ETS e gli obiettivi del progetto

Quando è stato concepito il progetto ETICA ETS? Qual è il suo obiettivo finale?
L’Ente Tutela e Innovazione Canapa della Toscana ETS (che viene abbreviato “E.T.I.CA.”) è stato registrato il 31 agosto 2021, non ha scopo di lucro e persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale mediante lo svolgimento, in via esclusiva o principale, di diverse attività, a partire dalla cooperazione allo sviluppo del settore della Cannabis sativa L. (cd. canapa industriale) al fine di sostenere e promuovere la filiera agro-industriale nel territorio regionale toscano attuando le politiche regionali.
Non solo, la nostra idea è anche quella di promuovere attività di educazione, istruzione e formazione professionale (ai sensi della L. 28.03.2003 n. 53 e successive modifiche), così come attività culturali di interesse sociale con finalità educativa. A questo si aggiunge il desiderio di curare e promuovere la ricerca scientifica, non solo in ambito agricolo o industriale, ma anche terapeutico.
Sottolineo che il progetto riguarda la Canapa sativa L. in tutta la sua interezza, dalle radici all’apicale, ma soprattutto in tutti i tipi di lavorazione, di trasformazione e di destinazioni di uso.

E in che modo?
Seguiamo e curiamo diverse attività in raccordo con la Direzione Regionale Agricoltura, come il predisporre protocolli di produzione agro-industriale al fine di standardizzare l’intero processo produttivo; il vigilare sull’osservanza dei suddetti protocolli; il rilasciare il marchio territoriale di qualità; o il curare la formazione professionale. Ci occupiamo inoltre della promozione e della gestione del registro regionale e della banca del seme regionale, così come della costituzione di filiere territoriali prioritariamente locali. Puntiamo inoltre sull’utilizzo di terre incolte, per favorire l’occupazione nel settore agricolo. Dal punto di vista delle ricerche, invece, compiamo studi di fattibilità per gli utilizzi industriali delle materie prime, compresi gli studi di mercato.

Chi sono i soci fondatori e quali realtà sono state coinvolte? Chi vi sta supportando?
Tra i soci fondatori vediamo l’Associazione HRD ONG Resilienza Italia Onlus, la Società Il Borgo della Canapa S.r.l. – Società Agricola Benefit, con sede in Roccastrada (GR); la Società Ambra S.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore signor Edoardo Alfinito, con sede in Siena; e il Dott. Agr. Saverio Lastrucci; c’è inoltre la collaborazione dell’avvocato Giacomo Bulleri. Tra le altre realtà coinvolte anche il Comando Regione Carabinieri Forestali, come anticipato. 

Lo sviluppo del progetto ETICA ETS

A che punto siete del progetto? Come sta andando?

La stretta di mano tra Francesco Vitabile e il Generale Marinelli

Il progetto procede spedito grazie anche all’esperienza dei soci fondatori e del know how che gli stessi hanno accumulato nel corso degli anni in questo settore. Siamo infatti riusciti a creare il primo Protocollo di intesa con il Comando Carabinieri Forestali Della Regione Toscana. L’obiettivo del documento è disciplinare l’attività di collaborazione tra E.T.I.CA e il Comando dei Carabinieri della Regione Toscana, nell’ambito delle specifiche competenze definite, rispettivamente, dalle leggi e dallo Statuto.
Le aree di collaborazione riguardano diversi aspetti: dai controlli all’organizzazione delle attività formative, dallo scambio delle rispettive competenze alle analisi dei campioni. Questo permetterà di fornire un adeguato supporto tecnico e operativo al fine di prevenire irregolarità nella coltivazione della canapa a uso industriale; è un settore complesso dal punto di vista normativo e dove le leggi non sono di facile applicazione.
I firmatari del Protocollo sono: l’Ente Tutela e Innovazione Canapa ETS (E.T.I.CA) nella persona del Presidente Francesco Vitabile, il COMANDO REGIONE CARABINIERI FORESTALE “TOSCANA”, nella persona del Comandante, Gen. B. Marina Marinelli, con la presenza e il sostegno Della Regione Toscana, nella persona dell’Ass. all’Agricoltura, nonché Vice Presidente Dott. Stefania Saccardi.

Quali riscontri e quali risultati avete raccolto finora?
Il 28 settembre 2022, è stato fatto il primo corso di Formazione e informazione a circa 40 Carabinieri Forestali provenienti da diversi comandi provinciali della Toscana. Lo scopo del corso era quello di garantire un alto livello di formazione di tipo tecnico-applicativo per tutti gli organismi operativi e amministrativi delle Forze dell’Ordine che, nell’esercizio del loro pubblico servizio, possono trovarsi a dover eseguire controlli sulle coltivazioni e sulla canapa in generale al fine della verifica del rispetto dei limiti di THC previsti dalla legge. Questo permetterebbe anche di uniformare le procedure ed evitare difformità interpretative e applicative nel contesto regionale, con particolare riferimento alla vigilanza nel campo della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa.
Il corso si è sviluppato in due giornate, con attività distinte per argomenti e finalità. Durante la prima giornata si sono trattati i più importanti argomenti relativi alla legislazione vigente, alla presentazione dettagliata del Protocollo e alla sua corretta applicazione, alla parte analitica con accesso al Laboratorio di AMBRA e dedicato di E.T.I.CA. La seconda giornata formativa, invece, è stata  relativa agli aspetti botanici e di riconoscimento della pianta, anche tramite accesso a colture in atto, con esemplificazione pratica di campionamento e gestione del campione prelevato.
A seguito di questo primo corso, i riscontri sono stati molto positivi, come i risultati ottenuti. Abbiamo notato e stiamo notando grande collaborazione tra i Carabinieri Forestali ed E.T.I.CA, attraverso contatti telefonici ogni qualvolta vanno a fare dei controlli in campo, in magazzino e in transito e, magari, hanno dei dubbi. Il fatto di aver messo a disposizione il Laboratorio di Analisi AMBRA srl e l’esperienza dei nostri consulenti sia tecnici che legali ha fatto sì che i Carabinieri, nel momento del controllo e quindi della campionatura, applicassero in toto la legge 242/16, che riconosce la Canapa industriale come una vera e propria coltura agricola e quindi mettendo anche in sicurezza l’agricoltore che decide di coltivarla.
Insomma, abbiamo fatto sì che il controllore e il controllato collaborino in totale armonia e fiducia.

Dal locale al nazionale per risolvere i problemi della canapa italiana

Secondo lei c’è una strada per aprire questa collaborazione a livello nazionale e uscire quindi dalla Toscana?Assolutamente sì, il Protocollo fatto in Toscana è un Protocollo pilota. La nostra intenzione, come naturalmente quella dell’Arma, è proprio quella di estenderlo a livello nazionale. Parlo anche in qualità di rappresentante di filiera al tavolo tecnico del MIPAAF, al quale ho già portato questo Protocollo in visione e lo stiamo proprio attenzionando per poterlo estendere in tutta Italia.

Quali sono o quali potrebbero essere le difficoltà?
Basta solo buona volontà e impegno da parte di tutti gli attori per superare tutte le difficoltà o i limiti attuali, e per attori intendo: Politica, Forze dell’Ordine, Associazioni di Categoria, Operatori di settore (Imprenditori Agricoli, Trasformatori, Commercianti ecc.).

Intanto, in Italia…

E se da una parte ci sono progetti virtuosi come quello portato avanti da E.T.I.CA. in collaborazione con le Forze dell’Ordine, dall’altra ci sono casi come quello di Luca Marola, imprenditore e fondatore della catena EasyJoint, che rischia sei anni di carcere. Il nuovo processo, che potrebbe fare chiarezza una volta per tutte, si è aperto lo scorso 3 novembre a Parma; noi l’avevamo intervistato lo scorso anno.

Martina Sgorlon

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