Canapa industriale: gli imprenditori non sono Narcos! L’appello di Meglio Legale ai ministri del governo

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In questo articolo
1 / Canapa industriale, basta criminalizzarla! L'appello di Meglio Legale al governo a favore degli imprenditori
2 / L'ultimo tentativo? Il monopolio di vendita della cannabis light presso i tabaccai

Un appello al Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e al Ministro del Made in Italy Adolfo Urso lanciato oggi da Meglio Legale – l’associazione coordinata da Antonella Soldo che si batte per la legalizzazione della cannabis – affinché il settore della canapa industriale sia percepito come risorsa e non più criminalizzato.

Il motivo è presto spiegato direttamente dall’associazione che sottolinea che: “Da febbraio 2023 a oggi sono state circa 200 le richieste d’aiuto rivolte all’Associazione Meglio Legale da parte degli imprenditori interessati da iniziative delle forze dell’ordine”.

Canapa industriale, basta criminalizzarla! L’appello di Meglio Legale al governo a favore degli imprenditori

“A febbraio scorso il ministro dell’Interno Piantedosi ha inviato a tutti i Prefetti d’Italia una circolare invitandoli a fare controlli a tappeto a commercianti e agricoltori della canapa industriale per fare una sorta di censimento. Quanti criminali hanno fermato? Quale duro colpo hanno inferto alle mafie con questo grande dispiegamento di forze? Ci piacerebbe molto saperlo – dice Antonella Soldo, e continua – “La verità è che il gioco è fin troppo facile a criminalizzare gli unici che sulla canapa hanno pagato le tasse. Dove va a finire la retorica della difesa del Made in Italy quando si parla di una pianta priva di effetti stupefacenti ma piena zeppa di pregiudizi? In ballo ci sono 12mila posti di lavoro. Questi non sono lavoratori di serie B. Racconteremo le storie di questi imprenditori, vittime di questa finta guerra alla droga”.

I requisiti e le procedure per coltivare la canapa industriale sono stabiliti dalla legge n.242 del 2016. Questa legge ha aperto la strada a uno dei settori più promettenti dell’agricoltura italiana e del commercio al dettaglio, creando più di 12mila posti di lavoro, soprattutto per i giovani under 35. La canapa industriale ha inoltre sostenuto e promosso l’agricoltura, il commercio, l’occupazione e l’imprenditoria nelle regioni delle Isole e del Sud Italia.

“Nonostante il crescente interesse e l’aumento delle coltivazioni, pregiudizi e stigma hanno continuato a pesare su questi lavoratori. Comportando un accanimento da parte delle nostre istituzioni e delle forze dell’ordine. Attivando centinaia di sequestri, perquisizioni e processi che hanno gravato sui tribunali e che nel 99% dei casi si sono risolti con assoluzioni o archiviazioni” – si legge nell’appello che è possibile firmare e sottoscrivere sul sito (CLICCA QUI PER FIRMARE)

Il nodo sta nella legge 242/2016 che non esplicita, ma non nega, la possibilità di usare il fiore della pianta di cannabis: ciò crea conflitti con il Testo Unico sugli stupefacenti, generando incertezze interpretative.

“Questa discrepanza mette l’Italia in una posizione svantaggiata, privando l’economia nazionale di un’opportunità di crescita sostenibile”, concludono dall’associazione chiedendo ai ministeri competenti “di promuovere una regolamentazione chiara della canapa industriale in Italia affinché questo settore possa finalmente diventare una risorsa preziosa che contribuisca alla crescita sostenibile dell’economia, alla tutela dell’ambiente e al benessere dei cittadini”.

L’ultimo tentativo? Il monopolio di vendita della cannabis light presso i tabaccai

Ricordiamo che l’ultimo tentativo in questa direzione, dopo due proposte di legge che avrebbero voluto vietarla, è stato l’emendamento alla delega fiscale che avrebbe istituito il monopolio per la rivendita presso i tabaccai, tagliando fuori i negozi che già oggi la vendono e parificando le tasse con quelle, molto alte, del tabacco, che è stato ritirato il giorno seguente.

Speriamo vivamente che si possa trovare un’altra soluzione che sia sostenibile economicamente per produttori e rivenditori e soprattutto che preveda la possibilità per i negozianti che già oggi la rivendono, di poter continuare a farlo. Per noi, visto gli anni difficili e pieni d battaglie legali che il settore ha dovuto affrontare, sarebbe il riconoscimento minimo dopo anni di criminalizzazione di imprenditori onesti.

Redazione di Canapaindustriale.it

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